TEST PER LE INTOLLERANZE ALIMENTARI
La moda di chi, in sovrappeso o obeso, per dimagrire fa il test per le intolleranze alimentari, peggiora le proprie condizioni di salute e spesso finisce per rendere ancora più grassi, soprattutto se a risultare positivi al test sono pasta e pane, le principali fonti giornaliere di carboidrati per noi italiani, oppure privandosi del latte ed i suoi derivati, le principale fonti di calcio e vitamina d. Le intolleranze esistono e questo e' un dato di fatto scientificamente provato, basti pensare all'intolleranza al lattosio o al glutine, che comunque non fanno ingrassare, anzi provocando un malassorbimento delle sostanze nutritive alla lunga possono portano al sottopeso. Ad oggi però solo poche intolleranze, dovute a specifici deficit enzimatici, possono essere diagnosticate in modo convenzionale, cioè con analisi di laboratorio, che diano risultati attendibili e ripetibili. Queste indagini vengono effettuate da biologi nei comuni laboratori di analisi, su prescrizione medica. Niente a che vedere quindi con i test eseguiti tenendo in mano delle provette o che utilizzano una ciocca dei vostri capelli o un pò del vostro sangue e che pretendono di testare la tolleranza a decine o centinaia di alimenti. Un test per essere considerato convenzionale, cioè scientificamente valido, deve permettere la riproducibilità dei risultati e quindi se si ripete l'analisi nelle medesime condizioni due o più volte, si devono ottenere gli stessi risultati. Arriviamo al dunque, tutti i test sulle intolleranze alimentari se ripetuti danno risultati discordanti. Per cui se una prima volta risulterete intolleranti al pomodoro, la seconda magari lo sarete alla melanzana. Mi verrebbe da dire "provare per credere", ma questa prova vi costerebbe molto cara (da un minimo di 80 euro a circa 300 euro per test). Ma allora perchè questi test vanno tanto di moda? La risposta è semplice ed intuitiva: è più facile sentirsi dire, o lasciare sottintendere, che si è grassi per colpa del pomodoro, piuttosto che della melanzana, invece che ammettere che si mangia male, poichè non si rispettano le regole base di una sana e corretta alimentazione. A mio avviso qualsiasi proposito di dimagrimento, deve essere accompagnato dalla consapevolezza che in passato si siano commessi degli errori nell'alimentarsi, solo così il proposito si potrà tradurre in risultati e quindi in chili di grasso persi. Spesso si sente dire da chi ha fatto questi test che, eliminando dalla propria dieta gli alimenti risultati positivi, in un primo momento si era dimagriti ma poi si è ringrassati più di prima. Risultati intolleranti proprio a pasta e pane ed eliminata questa indispensabile fonte di carboidrati, l'alimentazione seguita risultava essere iperproteica ed iperlipidica. Questa dieta squilibrata, disidratando l'organismo, fa perdere acqua e calare molto velocemente l'ago della bilancia, affaticando fegato e reni, che a lungo andare possono subire dei danni anche gravi. Reintrodotti pane e pasta, visto che è impensabile seguire questa alimentazione per lunghi periodi, l’organismo recupera velocemente l’acqua persa e quindi il peso. Non solo, essendo che le diete squilibrate erodono parte della massa magra, che rappresenta tutto ciò che non è grasso e quindi i muscoli, le ossa e gli organi, ciò determina un rallentamento del metabolismo organico che comporta una maggiore facilità di accumulare grasso, pur mangiando quanto e come prima di effettuare il test ed iniziare la pseudodieta. Il risultato finale è che si diventa più grassi di prima. La massa grassa si riduce solo seguendo diete bilanciate determinate da nutrizionisti biologi o medici o dietisti sulla base dell'analisi degli specifici bisogni nutritivi ed energetici della persona. Per legge solo questi professionisti possono elaborare le diete. Quindi diffidate da chi vi propone di sottoporvi ai test per le intolleranze alimentari, perchè a dimagrire sarà solo il vostro portafogli, non di certo voi.
Dr. Fabio Argentina
Nutrizionista Biologo
La moda di chi, in sovrappeso o obeso, per dimagrire fa il test per le intolleranze alimentari, peggiora le proprie condizioni di salute e spesso finisce per rendere ancora più grassi, soprattutto se a risultare positivi al test sono pasta e pane, le principali fonti giornaliere di carboidrati per noi italiani, oppure privandosi del latte ed i suoi derivati, le principale fonti di calcio e vitamina d. Le intolleranze esistono e questo e' un dato di fatto scientificamente provato, basti pensare all'intolleranza al lattosio o al glutine, che comunque non fanno ingrassare, anzi provocando un malassorbimento delle sostanze nutritive alla lunga possono portano al sottopeso. Ad oggi però solo poche intolleranze, dovute a specifici deficit enzimatici, possono essere diagnosticate in modo convenzionale, cioè con analisi di laboratorio, che diano risultati attendibili e ripetibili. Queste indagini vengono effettuate da biologi nei comuni laboratori di analisi, su prescrizione medica. Niente a che vedere quindi con i test eseguiti tenendo in mano delle provette o che utilizzano una ciocca dei vostri capelli o un pò del vostro sangue e che pretendono di testare la tolleranza a decine o centinaia di alimenti. Un test per essere considerato convenzionale, cioè scientificamente valido, deve permettere la riproducibilità dei risultati e quindi se si ripete l'analisi nelle medesime condizioni due o più volte, si devono ottenere gli stessi risultati. Arriviamo al dunque, tutti i test sulle intolleranze alimentari se ripetuti danno risultati discordanti. Per cui se una prima volta risulterete intolleranti al pomodoro, la seconda magari lo sarete alla melanzana. Mi verrebbe da dire "provare per credere", ma questa prova vi costerebbe molto cara (da un minimo di 80 euro a circa 300 euro per test). Ma allora perchè questi test vanno tanto di moda? La risposta è semplice ed intuitiva: è più facile sentirsi dire, o lasciare sottintendere, che si è grassi per colpa del pomodoro, piuttosto che della melanzana, invece che ammettere che si mangia male, poichè non si rispettano le regole base di una sana e corretta alimentazione. A mio avviso qualsiasi proposito di dimagrimento, deve essere accompagnato dalla consapevolezza che in passato si siano commessi degli errori nell'alimentarsi, solo così il proposito si potrà tradurre in risultati e quindi in chili di grasso persi. Spesso si sente dire da chi ha fatto questi test che, eliminando dalla propria dieta gli alimenti risultati positivi, in un primo momento si era dimagriti ma poi si è ringrassati più di prima. Risultati intolleranti proprio a pasta e pane ed eliminata questa indispensabile fonte di carboidrati, l'alimentazione seguita risultava essere iperproteica ed iperlipidica. Questa dieta squilibrata, disidratando l'organismo, fa perdere acqua e calare molto velocemente l'ago della bilancia, affaticando fegato e reni, che a lungo andare possono subire dei danni anche gravi. Reintrodotti pane e pasta, visto che è impensabile seguire questa alimentazione per lunghi periodi, l’organismo recupera velocemente l’acqua persa e quindi il peso. Non solo, essendo che le diete squilibrate erodono parte della massa magra, che rappresenta tutto ciò che non è grasso e quindi i muscoli, le ossa e gli organi, ciò determina un rallentamento del metabolismo organico che comporta una maggiore facilità di accumulare grasso, pur mangiando quanto e come prima di effettuare il test ed iniziare la pseudodieta. Il risultato finale è che si diventa più grassi di prima. La massa grassa si riduce solo seguendo diete bilanciate determinate da nutrizionisti biologi o medici o dietisti sulla base dell'analisi degli specifici bisogni nutritivi ed energetici della persona. Per legge solo questi professionisti possono elaborare le diete. Quindi diffidate da chi vi propone di sottoporvi ai test per le intolleranze alimentari, perchè a dimagrire sarà solo il vostro portafogli, non di certo voi.
Dr. Fabio Argentina
Nutrizionista Biologo
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